Il CBD può far risultare un test antidroga positivo?

Apprezzato per le sue enormi proprietà terapeutiche, il CBD, o cannabidiolo, è un cannabinoide della cannabis che non vanta effetti psicoattivi, quindi non viene ricercato da alcuna analisi. Tuttavia, essendo che sempre più persone scelgono di integrarlo nella propria quotidianità, è normale chiedersi se un consumo massiccio possa causare un test antidroga positivo.

Come funziona un test antidroga

Partiamo da una considerazione fondamentale: non esiste un test antidroga che ricerca il CBD per due motivi:

  • non genera effetti psicoattivi e/o droganti
  • è una sostanza legale in Italia

Specificato ciò, i classici test antidroga ricercano o il THC in sé, appunto la molecola dagli effetti psicoattivi della cannabis, o i suoi metaboliti, in particolare il THC-COOH. Le analisi effettuate più comunemente sia dai datori di lavoro, dalle autorità sportive, che dalle forze dell'ordine sono tre:

  • analisi delle urine: che ricercano appunto il THC-COOH, che il nostro organismo ha metabolizzato partendo dal THC e che permane all’interno dello stesso per un periodo di tempo maggiore rispetto alla molecola intatta;
  • test della saliva: rapido ed economico, questo è tra i metodi meno invasivi e di conseguenza preferiti per ricercare sostanze stupefacenti. I test salivari ricercano il THC in sé;
  • analisi del sangue: come le precedenti, anche le analisi del sangue ricercano il THC, ma sono meno comuni per il costo decisamente più elevato;

Qual è la soglia di rilevamento del THC?

Nei test antidroga standard, sebbene possano variare in base al Paese, i livelli di THC-COOH nelle urine devono essere uguali o superiori a 50 ng/ml per risultare positivi. Per i test salivari invece, la soglia da superare è 25 ng/ml e, infine, per la analisi del sangue il THC rilevato deve raggiungere i circa 5 ng/ml.

Il CBD può far fallire un test antidroga?

Purtroppo si, il CBD potrebbe causare un falso positivo. Questo accade perché, anche se il cannabidiolo non ha effetti stupefacenti e quindi non viene ricercato, i prodotti ricchi di CBD possono contenere, secondo la normativa vigente che disciplina la canapa in Italia, fino allo 0,5% di THC. Una quantità irrisoria che non genera alcun effetto, ma che sfortunatamente potrebbe concorrere per far risultare un test antidroga positivo.

CBD e THC: le differenze

Tra gli oltre 100 cannabinoidi individuati finora nella pianta di cannabis, CBD e THC occupano un posto d'onore. Entrambi interagiscono con il nostro sistema endocannabinoide e hanno enormi benefici sul nostro organismo, tuttavia, sono sostanze molto diverse tra di loro.

Tra le differenze principali tra CBD e THC, spicca sicuramente che il cannabidiolo (CBD) non ha effetti stupefacenti, il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), invece, è la molecola responsabile degli effetti psicoattivi della cannabis.

Per la seconda differenza dobbiamo prima precisare che il sistema endocannabinoide, responsabile dell'omeostasi del nostro organismo, quindi del mantenimento dell'equilibrio interno, è composto da cannabinoidi endogeni simili ai fitocannabinoidi della cannabis, in particolare l’anandamide (AEA) e il 2-arachidonoilglierolo (2-AG), da recettori CB1 e CB2 e da enzimi.

Ecco, il THC si lega ai recettori CB1 presenti nel sistema nervoso centrale, quindi che interessano maggiormente cervello e midollo spinale e il secondo (CBD), invece, si lega ai recettori CB2, presenti nei sistemi periferici del nostro organismo, in particolare quello immunitario.

Infine, queste molecole vantano enormi proprietà terapeutiche e ambedue sono ampiamente utilizzate in campo medico, ma il CBD è noto per le sue doti analgesiche, antinfiammatorie, ansiolitiche, neuro-protettive, antiemetiche, anticonvulsivanti, antiossidanti e per migliorare la qualità del sonno, il THC invece è utilizzato per: alleviare il dolore, trattare il glaucoma, ridurre gli spasmi muscolari da sclerosi multipla, disturbi del sonno, trattale ansia e depressione, stimolare l'appetito, lenire la nausea e il vomito da chemio e radioterapia, trattare l'alzheimer e altre patologie.

L'olio di CBD contiene THC?

Prima di ogni acquisto, è imprescindibile controllare che la nostra fonte rispetti rigorosamente le normative vigenti e quindi l'olio di CBD o sia privo di THC o ne contenga il limite garantito dalla legge. Nonostante ciò, è bene specificare le diverse formule di CBD presenti sul mercato, tra cui:

  • CBD isolato: quando l'olio che contiene esclusivamente CBD;
  • CBD ad ampio spettro, se l'olio scelto include anche altri cannabinoidi, ma non il THC;
  • CBD a spettro completo quando l'olio contiene tutti i cannabinoidi compreso il THC, però sempre entro i limiti imposti dalla legge;

Per quanto è rintracciabile il THC nell'organismo?

Non c'è una risposta universale, può variare da persona a persona. Dipende dalla forma fisica, dal metabolismo, dalla dieta e persino dal genere o dall’etnia. Tuttavia, i fattori principali da considerare sono la frequenza con cui assumiamo marijuana e il tipo di test a cui ci sottoponiamo.

A seconda della analisi, è possibile rintracciare il THC nell'organismo:

  • nelle urine per 3 giorni se sei un consumatore occasionale (da una a tre volte a settimana), per 5–7 giorni se sei un consumatore moderato (quattro volte a settimana), per 10–15 giorni se sei un consumatore cronico (consumatore giornaliero), per oltre 30 giorni se sei un consumatore cronico pesante (più volte al giorno);
  • nei campioni salivari dai 3 ai 29 giorni, a seconda se siamo consumatori occasionali o cronici
  • come prima, il THC si rileva nel sangue dai 2 ai 25 giorni circa
  • infine, con una ciocca di capelli di appena 3-4 cm è possibile risalire a consumi di fino a 3 mesi prima e, nel caso i capelli non raggiungano i 3 cm di lunghezza, i peli necessari vengono prelevati dalla zona ascellare o pubica che, crescendo più lentamente, garantiscono analisi ancora più approfondite.

Tutti i modi per smaltire velocemente il THC

Se abbiamo un test antidroga all'orizzonte, tentare i migliori metodi per smaltire il THC più velocemente è un'opzione imprescindibile. Rimedi che includono lo sport, la dieta, degli integratori, il consumo di acqua e alcuni segreti da attuare al momento stesso delle analisi.

Tuttavia, se il tempo a disposizione non è sufficiente la nostra ancora di salvezza sono dei purificatori appositi per lo smatimento del THC, un concentrato naturale di spezie e piante utilizzate in fitoterapia per le loro proprietà depurative.

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