I 5 Paesi con le leggi più severe sulla cannabis

Quali sono i Paesi al mondo con le leggi più repressive sulla cannabis? Dove, per il semplice consumo, sono previste severe punizioni che vanno dal carcere alla condanna di morte. Impariamo quali sono onde evitare situazioni a dir poco disastrose.

5. Giappone

Partiamo dalla terra del Sole nascente, il Giappone. Secondo il Cannabis Control Act, il possesso di marijuana, il cui costo nel Paese parte da 5000 yen (35 euro) al grammo, è punibile fino a cinque anni di reclusione, che diventa subito sette se per fini di spaccio e una multa fino a 17mila euro.

E ancora, la coltivazione, l'importazione e l'esportazione sono punite dai sette ai dieci anni di carcere se per scopi di lucro e una potenziale multa fino a 25mila euro.

Come leggiamo su The Diplomat, gli arresti per possesso di cannabis in Giappone sono in aumento, passando dai 3000 del 2017 ai 3578 del 2018. Anche il cantante pop Junnosuke Taguchi e la sua ragazza vennero arrestati per appena 2,2 grammi di marijuana trovati nel loro appartamento e poi rilasciati su cauzione dopo aver pagato 25mila euro di multa a testa.

4. Arabia Saudita

In Arabia Saudita il consumo di stupefacenti è punito con lunghe pene detentive e corporali, decise caso per caso dalla legge islamica, tra cui violente fustigazioni in pubblico. Il traffico illegale di stupefacenti, compresa la cannabis, è punito con la pena di morte tramite decapitazione.

3. Cina

La Cina è stata tra le prime nazioni ad amare e godere degli infiniti benefici della canapa, specialmente in campo terapeutico. Tuttavia, oggi, chi viene beccato a consumare marijuana viene severamente punito.

Anche se la Cina, sin dal 2017, ha autorizzato la produzione di cannabis, il suo utilizzo rimane assolutamente vietato. Un mercato fondato esclusivamente per il ritorno economico che rimpingua le casse cinesi, dopo che le aziende del settore esportano i loro prodotti in tutto il mondo.

La legge vigente prevede che, chi viene beccato a fare uso di marijuana rischia la reclusione. Invece, chi possiede più di cinquanta grammi di una sostanza controllata, quindi anche la cannabis in questo caso, può essere condannato alla pena di morte per spaccio.

2. Iran

Dopo che nel 2013 la lotta al narcotraffico a causato più di 500 impiccagioni in un solo anno, dall'ottobre del 2017 il Paese ha approvato un disegno di legge parlamentare che ha alzato i quantitativi minimi per cui un reato sia punito a morte.

Il procuratore Mohammad Baqer Olfat, aveva dichiarato: "La verità è che l'esecuzione dei trafficanti di droga non ha avuto alcun effetto deterrente".

Al giorno d'oggi, la legge islamica che governa l'Iran menziona vagamente il consumo di cannabis rendendo poco chiara la situazione. La produzione e la vendita di marijuana, invece, sono considerati reati molto più gravi. Le sanzioni previste sono:

  • Fino a 50 grammi: multa fino a 4 milioni di rial (85 euro) e fino a 50 frustate
  • Tra 50 e 500 grammi: una multa dai 4 ai 50 milioni di rial (85-1.062 euro), da 20 a 74 frustate e fino ai tre anni di reclusione
  • Tra 500 grammi e 5 chilogrammi: una multa dai 50 ai 200 milioni di rial (1.062 –4.256 euro), dalle 50 alle 74 frustate e dai tre ai 15 anni di reclusione
  • Oltre i 5 chilogrammi è prevista la pena di morte e la confisca dei beni

1. Emirati Arabi Uniti

Nel 2018, Dubai, con più di 16 milioni di visitatori, è diventata la quarta città più visitata al mondo. Nonostante l'esplosione turistica, però, la tolleranza verso la cannabis non è aumentata direttamente al numero di persone accolte.

Negli Emirati Arabi, anche la sola presenza di tracce nel proprio organismo dettate da un consumo precedente vengono considerate come possesso di stupefacenti e punite come tale. E la pena prevista sono 2500 euro di multa o quattro anni di reclusione.

L'attuale situazione della cannabis in Italia

Mentre il panorama europeo si tinge di verde, con i Paesi dell'UE che scelgono la via della regolamentazione, come Malta, Germania, Repubblica Ceca e tanti altri, in Italia i tentativi di regolamentazione vengono spazzati dal bigottismo che caratterizza la nostra classe politica e non solo.

La cannabis è una risorsa che, a differenza di altre sostanza legali come alcol, tabacco e farmaci che mietono milione di vittime l'anno, non hai mai causato la morte diretta di un individuo per overdose. Basta menzogne e disinformazione, vogliamo la legalizzazione.

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