Una droga di passaggio è una sostanza che, se consumata, porta all'utilizzo di altre droghe pesanti. La teoria che la cannabis faccia parte di queste nasce dalla campagna di disinformazione che ha demonizzato questa pianta portando inevitabilmente alla sua proibizione. Ma è davvero così?
No, assolutamente. La cannabis è una sostanza notevolmente atossica che non hai mai causato una morte per overdose e, contrariamente alle tesi proibizioniste, non induce al consumo di altre sostanze, anzi, è utile per ridurre le altre dipendenze.
Perché la cannabis è considerata una droga di passaggio?
L'idea che la cannabis sia una droga di passaggio, e cioè una sostanza psicoattiva il cui utilizzo invogli alla sperimentazione di effetti più intensi, spesso ricercati in droghe pesanti come cocaina ed eroina, è completamente errata. Ma dove nasce?
Questa falsa convinzione affonda le sue radici nel proibizionismo americano che negli anni 30' si faceva strada diffamando e criminalizzando una pianta che ha da sempre accompagnato l'uomo nella sua storia. Poi culminato nel Marijuana Tax Act del 1937, la legge che ufficialmente rendeva illegale la cannabis negli Stati Uniti. Ma perché ciò accadde?
Fonte ecosostenibile di una carta pregiata e resistente. Utile per la produzione di bio plastica e bio carburanti a impatto zero. Dalla fibra in grado di realizzare i migliori tessuti. Dalle incredibili proprietà terapeutiche, i cui semi sono un super alimento benefico per la salute, la canapa è una pianta versatile dai mille utilizzi che metteva alle stratte gli affari dei più grandi colossi americani.
I big della plastica, della carta, dei carburanti e della medicina si sono alleati sotto la scrupolosa guida di Harry Aslinger, fervente proibizionista e allora direttore del Bureau of Prohibition, per vietare una pianta alleata dell'uomo a favore del Dio denaro.
Ma come una fenice che risorge dalle sue ceneri la canapa sta avendo la sua rivincita. Sempre più Paesi stanno rivalutando il suo impiego e optando per una legalizzazione. Prima di tutti l'America, terra del proibizionismo, dove 21 Stati ne riconoscono tutti gli usi e fino a 37 ne autorizzano l'impiego terapeutico.
Cosa dicono gli studi
Uno dei primi studi che ha infranto la 'teoria del passaggio' fu condotto dagli studiosi della New York Academy of Medicine. Questo studio, oltre ad essere tra i più esaustivi, dichiara apertamente che “il consumo di marijuana non conduce ad una dipendenza da morfina, eroina, o cocaina. E sono estremamente rari i casi in cui l'abitudine di fumare marijuana è associata con la dipendenza da questi narcotici”.
Un'altra ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Psychological Medicine, compiuta in collaborazione dall'Università del Colorado e dall'Università del Minnesota su 4mila gemelli, dei quali il 40% in uno Stato in cui è legale l’uso ricreativo della cannabis, il Colorado, e il 60% in cui non lo è: il Minnesota.
Lo studio ha analizzato gli individui i due momenti separati: prima del 2013, data storica per il Colorado cha ha legalizzato la cannabis nello Stato, e dopo, tenendo conto delle possibili variabili che potevano influenzare il risultato raggiunto, tra cui: uso di alcol, tabacco, cannabis e altre sostanze illecite e le eventuali conseguenze sulla salute mentale.
il Dr. Christian Hopfer, coautore dello studio, ha dichiarato che “per quanto concerne l’utilizzo moderato di cannabis, che valeva per la maggior parte dei soggetti, la legalizzazione non sembra aumentare il rischio di disturbi da uso di sostanze“.
La cannabis per curare la dipendenza da alcol
La marijuana è una droga di passaggio verso le altre dipendenze? Tutt'altro, può aiutare a disintossicarsi. La prova arriva da uno studio condotto negli Stati Uniti che ha rilevato che nei Paesi in cui la cannabis è legale diminuiscono i disturbi da uso di alcol (AUD) rispetto agli Stati in cui la cannabis è ancora illegale.
