Il TAR conferma: il CBD non è stupefacente, decreto sospeso

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Vittoria per il settore della canapa industriale. Con una nuova ordinanza, il TAR ha confermato la sospensione del decreto che inseriva il CBD tra i medicinali stupefacenti.

A un mese e mezzo dal ricorso precedente presentato dall'ICI (Imprenditori Canapa Italia), che aveva già portato alla sospensione del decreto, il TAR del Lazio ha accolto la richiesta di sospensione presentata dalla società Sviluppo srl.

Come riportato dall'Ansa, il TAR ha ritenuto che "nella piena condivisione di quanto già statuito, sussistano, anche nella fattispecie, i presupposti per l'accoglimento della proposta istanza cautelare".

L'udienza pubblica di merito, in cui verrà emanata la sentenza definitiva, è fissata per il prossimo 16 dicembre 2024.

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Vietare tutta la canapa: la follia del Ddl Sicurezza

Se approvato, l'emendamento inserito nel Ddl Sicurezza raderebbe al suolo l'intero settore della canapa, che oggi conta oltre 3 mila aziende e 11 mila lavoratori.

Una follia promossa dal governo italiano, che si scontrerebbe con la direttive dell'Unione europea, che più volte ha ribadito che il commercio della canapa industriale non si può limitare.

L'ultima sentenza è arrivata proprio lo scorso 4 ottobre. La Corte di Giustizia europea ha confermato definitivamente la posizione dell'UE: gli Stati membri non possono vietare la coltivazione della canapa.

Infatti, come dichiarato di recente dall'europarlamentare del M5S Valentina Palmisano, "La Commissione europea ha aperto un'indagine per valutare la conformità delle disposizioni presenti nel ddl Sicurezza sulla canapa con i Trattati e il diritto derivato dell'Unione".

L'obiettivo? Il dietro front del governo. O, nel caso di una possibile approvazione, far intervenire direttamente gli organi europei.

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