Il Concistoro di Barcellona ha ordinato la chiusura amministrativa di diversi Cannabis Social Club, vietandogli di promuovere e dispensare cannabis.
La testa spagnola El País ha spiegato che i provvedimenti, avviati per circa 80 dei 200 club che tappezzano la capitale catalana, succedono la sentenza del 2020 emanata della Corte Suprema di Giustizia della Catalogna che ha abrogato il regolamento comunale che disciplinava questi locali.
Nelle richieste di chiusura, si sottolinea che devono limitarsi a "fornire informazioni, preparare o diffondere studi, fare proposte, esprimere opinioni sull'argomento, promuovere incontri o seminari" dell'attività stabilita nei loro statuti. E che "non è consentita la promozione del consumo, della coltivazione, della distribuzione di cannabis" o qualsiasi comportamento che possa costituire un illecito amministrativo o penale.
Barcellona: i Cannabis Social Club a rischio chiusura
Il rischio di chiusura e la minaccia pressante di ritirare le licenze scaglierà di certo un brutto colpo all'andamento positivo del turismo cannabico dell'intera Spagna.
I Cannabis Social Club infatti "istituiti per difendere i diritti dei consumatori" sono parte significativa dell'economia spagnola, per i milioni di turisti che ogni anno accorrono per consumare - in tranquillità - la propria cannabis.
La Federazione delle associazioni di cannabis della Catalogna (CatFAC) ha però confermato al quotidiano che gli ordini di chiusura per il consumo collettivo all'interno dei club possono essere dovuti solo a un'interpretazione errata da parte dei servizi tecnici di alcuni distretti, che effettuano le ispezioni insieme alla Guardia Urbana.
Così come la CatFAC, che insieme a coloro che sono stati colpiti dalla chiusura, insistono che la sentenza della Corte Suprema di Giustizia della Catalogna non riguarda l'attività specifica di un'associazione di cannabis, ma solo l'invasione di competenze statali.
