CBD: migliora la memoria e le funzioni cognitive, lo studio

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"Il CBD agisce sulle risposte infiammatorie nel cervello e può migliorare il declino cognitivo associato all'invecchiamento", è la conclusione di uno studio scientifico finanziato dal governo canadese. E pubblicato di recente sulla rivista scientifica Frontiers in Aging Neuroscience.

In particolare, i ricercatori hanno studiato gli effetti del CBD a lungo termine sulla memoria, sulle funzioni di controllo motorio e sulla coordinazione. Ecco i risultati.

CBD e cervello

CBD: può rallentare il declino cognitivo legato all'età

Come confermato dagli autori, i topi anziati trattati con il CBD hanno mostrato un'infiammazione ridotta in alcune regioni del cervello, tra cui l'ippocampo. Fondamentale per la memoria e l'apprendimento.

In particolare, dei 19 topi utilizzati per lo studio, 10 hanno ricevuto il cannabidiolo e 9 un placebo per sette mesi.

L'esperimento comprendeva una una serie di test comportamentali, tra cui il "riconoscimento di oggetti nuovi" per valutare la memoria visiva, un esercizio di equilibrio sulla trave per valutare il controllo motorio e un "condizionamento alla paura".

"I risultati hanno indicato che i topi anziani trattati con CBD hanno mostrato prestazioni migliori, suggerendo che il trattamento con CBD ha un impatto positivo sui processi di memoria e sulle funzioni di memoria spaziale", si legge dalla ricerca.

Gli effetti neuroprotettivi del CBD

Al centro della ricerca scientifica moderna, sono numerosi gli studi che confermano gli effetti neuroprotettivi del CBD sul cervello.

Il cannabidiolo infatti può limitare la produzione di radicali liberi, prevenire l'invecchiamento delle cellule celebrali e proteggerle da danni, degenerazione o malfunzionamento.

Infine, tutelare il cervello da condizioni neurodegenerative legate all'età o a patologie come Alzheimer e Parkinson.

"I nostri risultati forniscono collettivamente nuove prove che il CBD agisce come neuroprotettore nei neuroni dopaminergici, riducendo la neurotossicità e l'accumulo di α-sinucleina (una proteina che gioca un ruolo fondamentale nella comparsa e nella progressione di alcune malattie neurodegenerative)", confermano i ricercatori di una pubblicazione su Neurochemical Research.

Allo stesso modo, in una review su Frontiers in Pharmacology, gli studiosi hanno confermato: "Le prove bibliografiche mostrate nella presente revisione suggeriscono l'utilità clinica del CBD per il trattamento sia delle discinesie da L-DOPA che dei sintomi motori del Parkinson, nonché degli effetti neuromodulatori, neuroprotettivi e antidiscinetici del CBD nei modelli animali".

| Per approfondire: "CBD come neuroprotettore naturale, gli studi"

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