L'Alto Commissariato ONU: la guerra alla droga deve finire

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L’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (OHCHR) ha pubblicato un rapporto in cui chiede di porre fine alla guerra alla droga in tutto il mondo, che, lanciata dall'ex Presidente Nixon negli anni '70, si è dimostrata estremamente fallimentare. 

L'OHCHR raccomanda agli Stati di “adottare alternative alla criminalizzazione, alla tolleranza zero e all’eliminazione delle droghe, prendendo in considerazione la depenalizzazione dell’uso e una regolamentazione responsabile, per eliminare i profitti del traffico illegale, della criminalità e della violenza”.

Onu chiede fine guerra droga

La guerra alla droga ha fallito

Questo dell'ONU è un documento storico, che denuncia apertamente il fallimento delle politiche proibizioniste. Politiche che invece di "liberare il mondo dalle droghe" hanno criminalizzato e violato i diritti di semplici consumatori, facendo accrescere esponenzialmente il potere e le risorse della mafie e dei narcotrafficanti.  

Sono infatti 296 milioni, secondo il World Drug Report del 2023, le persone che consumano droga, con un aumento del 23% rispetto al decade precedente. 

Con un incremento del 45% invece, sono 39,5 milioni le persone che nel 2021 hanno sviluppato dei disturbi legati all'assunzione di stupefacenti. Ma solo una persona su cinque ha ricevuto i trattamenti necessari per trattare la propria dipendenza.  

Come conseguenza, sottolinea l'OHCHR, "quasi 660.000 muoiono ogni anno per cause legate alla droga e il 10% di tutte le nuove infezioni da HIV a livello globale nel 2021 erano tra persone che si iniettavano droghe".

Le carceri esplodono di consumatori 

Una "guerra alla droga" che si è dimostrata una "guerra alle persone". Sono infatti i consumatori, nella maggior parte dei casi, a riempire le carceri di tutto il mondo, soprattutto quelle italiane.

Lo evidenzia l'ultimo report di Associazione Antigone risalente al 2021. Secondo l’analisi, fino a un detenuto su tre è in carcere per reati legati alla droga. In particolare, circa il 34,88% della popolazione carceraria è già detenuta in Italia per una violazione al Testo unico sugli stupefacenti, di cui la maggior parte per cannabis.

In Italia il proibizionismo divampa (ancora) tra le strade

Sebbene il report dell'ONU, che chiede di “adottare alternative alla criminalizzazione e alla “tolleranza zero”, e le  oltre 130 ONG che hanno firmato una dichiarazione che chiede alla comunità internazionale di attuare “una riforma globale delle politica sulle droghe”, il nostro Paese continua a muoversi in direzione completamente opposta. 

Il nostro Paese che infatti, invece di tutelare i cittadini, spende circa 600 milioni di euro ogni anno tra forze dell'ordine, magistratura e sistema carcerario. Soldi che, come accade negli Stati in cui la cannabis è legale, si potrebbero investire in iniziative socialmente utili. 

A continuare questa folle guerra è anche l'ultimo governo Meloni, che contrariamente alla Germania che ha approvato una legge per legalizzare la cannabis, vuole aumentare fino a 5 anni la pena massima per i reati legati alle droghe, anche per i casi di lieve entità. 

*Foto di Kyle Glenn su Unsplash  

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