Gli Stati membri non possono limitare la coltivazione della canapa industriale, inclusa quella indoor e quella finalizzata esclusivamente alla produzione di infiorescenze.
A stabilirlo è la Corte di Giustizia europea, che con la sentenza del 4 ottobre 2024 ha chiarito definitivamente la posizione dell'UE sulla coltivazione e la vendita della canapa industriale.
Una decisione storica, che si scontra con l'articolo 18 del DDL Sicurezza, con il quale l'Italia vorrebbe vietare l'intero settore della canapa.
Alla luce di questa sentenza però, l'unica mossa ragionevole del governo italiano è fare dietro front. Perché questa misura è in aperto contrasto con il diritto dell'Unione Europea.
Corte di Giustizia europea: la canapa deve circolare liberamente
Come anticipato, il fulcro della sentenza dell'UE è il seguente: i Paesi membri non possono imporre delle limitazioni alla coltivazione della canapa industriale. Ma non solo.
La decisione sottolinea anche che le infiorescenze di canapa non sono un rischio per la salute pubblica, e che eventuali restrizioni devono essere giustificate da prove scientifiche concrete.
Di conseguenza, l'eventuale approvazione dell'articolo 18 del DDL sicurezza creerebbe solamente ulteriore confusione, prima di essere inevitabilmente sospeso dai tribunali competenti.
"Questa sentenza rafforza la necessità di basare le politiche nazionali su dati scientifici e sul rispetto delle normative europee. Invitiamo il governo italiano a riconsiderare le misure proposte nell'Articolo 18, per evitare di danneggiare un settore strategico per l'economia nazionale", ha dichiarato Mattia Cusani, il Presidente dell'Associazione Canapa Sativa Italia.
La canapa infatti è un'incredibile risorsa per il nostro Paese, che dà migliaia di posti di lavoro. E invece di essere costantemente affossata, dovrebbe essere promossa con leggi chiare e guidate dal buon senso.