Fuori legge? L'Europa ha in mano il futuro della canapa in Italia

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La canapa è un prodotto agricolo e legale, come sostengono le associazioni di settore, gli studi scientifici e le sentenze italiane ed europee, o stupefacente e illegale come sostiene il governo?

Presto avremo una risposta definitiva. E sarà la Corte di Giustizia dell'Unione europea a dover decidere. Segnando punto di non ritorno per tutta l'industria della canapa. Dentro e fuori l'Italia. 

Canapa Europa

Il divieto della canapa si scontra con il diritto europeo

Lo scorso 11 novembre, con un'ordinanza accolta con favore dalle associazioni, il Consiglio di Stato ha passato la palla alla Corte di Giustizia europea, che ha in mano le sorti del settore verde in Italia.

In particolare, dopo aver analizzato l'intera normativa, il Consiglio di Stato ha un dubbio fondamentale:

L'articolo 18 del Decreto Sicurezza approvato dal governo, che inserisce nella Tabella II e considera stupefacenti le infiorescenze di canapa e i suoi derivati, anche se derivano da varietà certificate europee e con una percentuale minima di THC inferiore allo 0,2%, si scontra con il diritto comunitario, su temi come la politica agricola comune, la concorrenza e il libero mercato?

In parole povere: può una normativa nazionale vietare la coltivazione e il commercio della "cannabis light" e dei suoi derivati, anche se questi rispettano i limiti di THC dettati dall'Unione Europea?

Una pianta. Nessuna distinzione

A fare chiarezza era già stata la la sentenza del TAR del Lazio n. 2616/2023, richiamata dal Consiglio di Stato nell'ordinanza, che aveva già sottolineato come la normativa comunitaria non fa alcuna distinzione tra le varie parti della canapa.

Secondo la disciplina europea infatti, tutte le parti della Cannabis Sativa: semi, foglie, fiori ecc, sono legali se derivano da varietà certificate ed hanno un contenuto di THC inferiore allo 0,2% (con tolleranza fino allo 0,6%).

È lecito quindi il dubbio del nostro massimo organo amministrativo: se la canapa è un prodotto considerato agricolo, perché l'Italia vuole applicare la legge sugli stupefacenti?

Un svolta storica per il settore della canapa

La decisione della Corte europea segnerà un punto di non ritorno per tutti gli Stati membri.

Dopo anni di leggi, sentenze e processi, la Corte dell'UE chiarirà definitivamente se uno Stato membro, in questo caso l'Italia, può applicare delle restrizioni autonome sulla canapa oppure no. E adattarsi alle linee comunitarie.

Infatti, se la Corte di Giustizia dovesse confermare un contrasto tra la normativa italiana e quella europea, le norme italiane verrebbero automaticamente disapplicate.

"Un passo avanti per la chiarezza normativa"

"L'ordinanza del Consiglio di Stato pubblicata ieri rappresenta un passo avanti verso la tanto agognata chiarezza normativa per il settore della canapa. Con il rinvio alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea si apre finalmente la possibilità di chiarire, una volta per tutte, che non si può applicare indiscriminatamente la normativa sugli stupefacenti a fiori, foglie, oli e resine di canapa provenienti da varietà certificate e con THC entro i limiti di legge".

Sono le parole dell'eurodeputata Cristina Guarda (Alleanza Verdi e Sinistra): promotrice dell'emendamento recentemente approvato dal Parlamento Europeo, che inserisce i fiori e le foglie di canapa tra i prodotti agricoli regolamentati dall'Organizzazione Comune di Mercato (OCM).

Ora la palla passa ai giudici di Lussemburgo, che devono stabilire se la legge italiana va disapplicata perché in contrasto con il diritto dell'Unione Europea.

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